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Ulivo una storia millenaria

L’olivo in Sardegna: Una storia millenaria.

Un’antichissima leggenda mediterranea racconta di Atena e Poseidone che si sfidarono per offrire il dono più bello al popolo, Zeus sarebbe stato il giudice della gara tra le due potenti divinità. Poseidone, creò il cavallo più potente e veloce, in grado di vincere tutte le battaglie. Atena, invece, fece nascere dalla terra un albero bellissimo, che medicava le ferite, curava le malattie e offriva nutrimento, donando benessere e pace a tutte le genti che lo avrebbero coltivato. Zeus estasiato dalla bellezza del dono di Atena, benedì le foglie dicendo: “Tu donasti agli uomini l’ulivo e con esso hai donato luce, alimento e un eterno simbolo di pace”.

L‘olivo era già presente in Sardegna in forme selvatiche spontanee già ai tempi dei Fenici e dei Greci che giunsero in Sardegna, che data la sua posizione geografica divenne crocevia di scambi commerciali. Da sempre, quindi, olivi e olivastri sono una parte imprescindibile del territorio sardo.

L'ulivo millenario più vecchio d'Italia, soprannominato “Il Patriarca della Natura”, ha oltre 4000 anni e si trova in Gallura nel comune di Luras in provincia di Olbia Tempio, secondo molti esperti, è uno dei più antichi di tutta Europa. L’olivo di Luras è conosciuto nell’isola come Grandhe donnumannu, “il grande nonno”. Era una pianta di dimensioni impressionanti con la chioma che superava i 20 metri di diametro e l’altezza di 14 metri. Bruciato in un devastante incendio nel 2021, sembrava distrutto, ma grazie a imponenti sforzi di collaborazione scientifica internazionale è stato salvato donando nuovi germogli nella primavera dell’anno successivo.

La coltivazione dell’ulivo è presente in quasi tutti i comuni dell’Isola, con particolari aree di concentrazione come il cagliaritano, il sassarese (soprattutto nella zona tra Alghero e Sassari e l’oristanese. La produzione media di olive in Sardegna viene destinata quasi interamente alla produzione di olio. Sono oltre 28 le varietà coltivate in Sardegna tra le principali ricordiamo la Bosana, la Pizz’e carroga, la Majorca, Semidana, la Nera di Oliena, la Tonda di Villacidro e la Tonda di Cagliari, ognuna con le sue caratteristiche e il suo sapore. La Denominazione di Origine Protetta indica che l’80% debba provenire dalle varietà Bosana, Tonda di Cagliari, Tonda nera di Villacidro e Semidana. Il restante 20% può comprendere le varietà non comuni o tipiche sarde ma coltivate sul territorio dell’isola.

Ad oggi sono sempre più i produttori isolani che concentrano le loro ricerche sugli oli monovarietali ottenuti dalle tipiche del territorio con l’obiettivo di valorizzare le particolarità dell’olio sardo e di salvaguardare il patrimonio olivicolo isolano.